Nel 1925 Bottega d’Arte (la storica galleria, fondata nel 1922 da Gino Belforte) organizza una mostra eccezionale che si articola in ben quattro mostre personali di artisti del calibro di Renato Natali, Luigi (Ulvi) Liegi, Gino Romiti e dello scultore Valmore Gemignani. L’importante evento trova naturalmente spazio del Bollettino di Bottega d’Arte. Il periodico pubblicato dalla Galleria, fino dalla sua nascita.
Nell’ottobre del ’57 la galleria Bottega d’Arte, in occasione del 35° anno di attività comincia a pubblicare dei quaderni monografici sugli artisti dell’epoca e in generale sui movimenti artistici livornesi. Primo tra tutti, proprio al maestro Renato Natali viene dedicata la prima pubblicazione. Nel documento una dedica autografa di Natali al Cavalier Ugo Ughi collezionista e amico del pittore.
Poggibonsi ospita per la prima volta il pittore livornese e non disponendo di gallerie o luoghi più consoni, lo fa in quello che all’epoca è il centro di ritrovo popolare e culturale della piccola cittadina : Il Bar Orazio. La mostra è un grande successo di pubblico grazie alla qualità delle 30 opere esposte.
Quante volte ho accarezzato l’idea di vedere riuniti in una grande rassegna d’arte tutti i dipinsi di Renato Natali, perché penso che solo così potremmo renderci conto della vastità della sua opera e del suo eclettismo e della sua inesauribile fantasia.
Il 16 marzo 1963 viene inaugurata una mostra antologica di Natali presso la Galleria Macchi di Pisa. Si tratta di un evento di grande richiamo. Renato Natali è ormai un artista maturo e affermato. La mostra espone moltissime opere che ripercorrono la sua intera carriera. Mancando quello ufficiale, viene allestito un improvvisato libro degli ospiti perché in tanti vogliono lasciare un saluto, un attestato di stima e di amicizia o commentare le opere. Si tratta di un documento eccezionale dove compaiono le firme e i commenti di artisti, appassionati di arte e semplici avventori. Si riconoscono le firme di Giovanni Lomi, Cafiero Filippelli (e Signora), Mauro Niccodemi, Luciano Bonetti e tanti altri famosi e meno famosi. Su tutti spicca il commento che non siamo riusciti ad attribuire “LA PIU’ BELLA E COLORATA TAVOLOZZA D’ITALIA!”
E’ simpatico che Pisa, la città più distante di ogni altra da Livorno, in Toscana, per temperamento e concezioni artistiche, abbia festeggiato Renato Natali che di Livorno è il pittore più caratteristico, sincero, diciamo pure sanguigno.
Giotto Ciardi e Pietro Bindelli celebrano Natali con una lettera aperta al Tirreno. Nell’articolo ricordano il periodo parigino di Natali e l’amicizia con Deo Modigliani, le critiche estasiate di Ugo Ojetti che soprannomina il pittore livornese “Renato delle notti” per l’intensità dei dipinti della livorno notturna e ricordando anche “la collezione dei portuali” : gli oltre 100 quadri scelti tra i più datati e belli della collezione del Cav. Ughi.
All’interno della rivista articoli, interviste e foto sulla vita e le opere di Renato Natali. Nella storia della rivista, pochissimi gli artisti cui è stato riservato il privilegio di un intero numero dedicato.
LA TAVOLOZZA PARIGINA. E’ la tavolozza di sempre – i colori non sono molti : non più di 12 e sono come una tastiera del pianoforte. Basta toccare con gli occhi per far scaturire le note e creare l’armonia visiva che nella mia pittura è tutto.